Monday, January 28, 2008

Siamo una società violenta e la politica che fa?

Leggevo in questi giorni di episodi di bullismo e di violenza compiuti da giovani o ai loro danni da genitori separati litigiosi. Non voglio arrivare alla conclusione che “prima” era meglio, perché non è vero. E’ però concreto il problema giovanile, un problema che è principalmente colpa di noi adulti e genitori che non siamo stati capaci di dare principi e motivi per vivere diversi dall’andare in televisone, dal comperarsi l’ultimo telefonino alla moda e così via. Questo mondo giovanile è stato ben messo in scena da Mimmo Sorrentino in uno spettacolo teatrale che ho recentemente visto a Milano. E’ stato molto bravo a far emergere una mancanza da parte dei giovanissimi diciottenni di cose da fare durante la giornata, di ideali, di politica, di conquista. Anche il sesso non è più una conquista, i ragazzi sanno tutto ma lo vivono male senza percepirne il valore profondo. Mi allarmano le notizie che l’età media dei ragazzini che hanno il primo rapporto sessuale si sia abbassato a 12 anni! Penso che si è perso il tempo per giocare, che si bruciano le tappe. I genitori sono assenti non solo perché fuori per lavoro ma soprattutto perché manca un dialogo. In quante famiglie la sera tornati dal lavoro si chiacchera a tavola tutti insieme? Sono in aumento le famiglie che stentano ad arrivare a fine mese con 1800 euro, c’è un impoverimento del paese, uno scollamento tra le classi sociali e chi ne fa le spese sono i giovani. La televisone trasmettendo le sue sciocchezze riempe la testa a tutti di una vita finta, facile senza spessore. La politca che tanto ha animato i giovani nel passato con le lotte e rivendicazioni solciali è troppo distante. Un Mastella, un Cuffaro che beffano la legge e che nonostante siano sotto accusa esultano danno un messaggio distorto. Ha scritto giustamente Travaglio qualche giorno fa che mentre negli USA se sei accusato di qualcosa di grave devi dimostrare la tua innocenza e ne esci comunque ammaccato, qui da noi ormai non ci facciamo più caso e tutto sempbra quasi normale. L’immondizia, le bustarelle, i favoritismi che segnale danno ai nostri giovani? Che non esiste meritocrazia, che devi conoscere qualcuno che da solo non ce la puoi fare che anzi è inutile provarci. Perché non partiamo dalla politica, dalla televisione, proponendo spettacoli meno stupidi e più di contenuto? Rivedevo in questi giorni in DVD degli sceneggiati prodotti e realizzati dalla Rai negli anni 70 come la “Freccia nera”, chi se li ricorda? Perché non li proponiamo a puntate ai nosri figli? Le puntate, l’attesa di sapere che cosa succede oggi lo abbiamo perso per la troppa fretta di avere tutto subito. Io penso che alle prossimeprobabilmentei vicine elezioni dovremo leggere con attenzione i programmi, vedere la gente che si presenta (basta con le solite vecchie facce!) e non fidarsi troppo delle promesse roboanti. Pensiamoci.

Friday, January 11, 2008

RIFLESSIONI SULLA 194

Passate le feste di Natale e capodanno si è andato man mano aprendo il dibattito sulla 194 che probabilmente sarà il dibattito dei prossimi mesi se non della campagna elettorale prossima o prossimissima! Leggendo i vari articoli usciti sul giornale mi sono venute in mente diverse riflessioni. Io credo che indipendentemente dalla fede che ciacsuono di noi può avere in Dio, Allah, Budda o in nulla ciscuno di noi sa bene che la vita ha un significato così profondo che non può essere stroncata a cuor leggero e che l’aborto non può essere una strategia terapeutica. Il punto è però diverso. In Italia (e bisogna pensare a livello locale perché la realtà è sicuramente diversa negli USA, in Africa o in altri paesi) le donne fanno figli tardi in una fascia di età in cui la fertilità è ridotta e il rischio di incappare in problemi genetici nel corso dello sviluppo maggiore. La scienza ha fatto progressi, la biologia e la genetica possono aiutarci a capire se dobbiamo aspettarci un figlio malato o sano. Io credo che da una parte il medico debba serenamente informare la coppia del destino che li aspetta e che l’obiezione di coscienza non debba prevalere sul libero arbitrio della coppia che ha deciso di metere al mondo il bambino e che quindi in ultima analisi la coppia abbia il diritto di avere l’ultima parola. Il bambino non è solo fatto di cellule che vivono ma avrà bisogno del sostegno della famiglia che lo circonda e tanto più se malato. Non possiamo arrogarci della presunzione che tutti siano in grado di sobbarcarsi questo peso a forza. La 194 non vuol dire aborto permissivo ma regolamentazione. I politici come il papa passano la loro vita all’interno del palazzo e perdono il contatto con la realtà come ha scritto Kapuscinski mirabilmente in un libro dove parlava dello scià in Iran prima della rivoluzione islamica. Le parrocchie tengono il polso della situazione, i consiglieri di zona pure il papa e i politici no. Alla lunga questa distanza dalla realtà porta a non conoscere il proprio paese o i propri fedeli. Sempre come dice Kapuscinski l’unica soluzione è quella di condividere il palazzo come luogo di transito come se fosse un tram: alla fermata vi saliamo sopra per un certo tempo e poi scendiamo. Anche per la 194 ho letto fiumi di parole assolutiste quando invece la realtà è stata riassunta molto bene dal Ministro Livia Turco: è una legge che regolamenta bene e che ha dato buoni risultati e conforme al pensiero e alle richieste della gente. Infatti i sondaggi che ho letto sul Corriere della Sera davano un’ampia maggioranza dei partecipanti favorevoli al mentenimento dell a legge. Consiglierei ai politici di riflettere su quale sia la fermata giusta a cui scendere altrimenti si rischia di andare troppo lonta no. Per chi vive nel palazzo la cosa più difficile è immaginare una vita diversa dal palazzo stesso (sempre da Kapuscinski).